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Portare a casa il vino avanzato al ristorante si può: come chiedere la Wine Bag

Una soluzione pratica e conveniente per eliminare gli sprechi alimentari, rispettare le regole del nuovo codice della strada e godersi il vino anche il giorno dopo chez toi

Quante volte al ristorante vi è capitato di non ordinare una bottiglia per paura di avanzare il vino? Certo, a volte ordinare un calice basta e avanza se siamo da sole. Ma quando si è in compagnia, ordinare una bottiglia di vino è un piacere a cui è davvero un peccato rinunciare. Tuttavia, come riporta Assovini, all’inizio di quest’anno è stato registrato un calo tra il 40% e il 60% del consumo di vino nei ristoranti dall’entrata in vigore delle nuove sanzioni previste dal codice della strada (lo ricordiamo: a essere cambiate sono le sanzioni, non il limite a 0.5 di tasso alcolemico, già in vigore da tempo). Beviamo meno, ma non solo per paura delle multe. C’è anche una tendenza salutista importante, che riguarda soprattutto le persone più giovani. Come fare allora invece se siamo al ristorante, da sole o in compagnia, e non vogliamo rinunciare al piacere di ordinare e di vederci servire una bottiglia di vino senza aver paura di doverla poi lasciare sul tavolo mezza piena a fine cena? Portare a casa il vino avanzato al ristorante, infatti, si può. Wine Bag, drink low alcol, vini dealcolati e hospitality sono le strategie messe in atto da ristoranti e cantine per venire incontro a un pubblico le cui esigenze stanno cambiando e renderci la vita più facile. In questo articolo ci concentriamo principalmente sulla Wine Bag, una borsa o un contenitore che i ristoranti offrono per portare a casa il vino non consumato. Una soluzione semplice, pratica e conveniente per eliminare gli sprechi alimentari, rispettare le regole del nuovo codice della strada e godersi il vino anche il giorno dopo chez toi. Vediamo come funziona.

Il galateo della Wine Bag: come chiedere di portare a casa il vino avanzato al cameriere

Abbiamo imparato da tempo a chiedere di confezionare gli avanzi del cibo non consumato al ristorante per portarli a casa. Non c’è nulla di imbarazzante o fuori luogo a farlo anche con il vino! Anzi, la Wine Bag è un modo per evitare lo spreco e valorizzare la bottiglia acquistata. L’importante è farlo sempre con cortesia. Quando avanzare la richiesta? Di regola, chi vi serve il vino dovrebbe anche lasciarvi il tappo della bottiglia appoggiato su un piattino. Se questo non avviene, o avete il dubbio che non riuscireste a finire il vino durante il pasto, potete chiedere al cameriere di lasciarvi il tappo proprio a questo scopo. Il momento ideale per chiedere la wine bag è a fine pasto, magari durante il dessert, così che il personale di sala del ristorante possa avere tempo e modo di confezionare la vostra confezione e consentirvi così di portare a casa il vino avanzato.

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Come conservare il vino avanzato perché sia buono anche il giorno dopo

Se a frenarvi è, invece, il timore che il vino avanzato una volta portato a casa non sia più buono, niente panico. Per conservare il vino al meglio sono sufficienti semplici accortezze. La prima è chiudere la bottiglia con un tappo appropriato: quello originale, se può essere una buona soluzione per il trasporto dal ristorante a casa, è tuttavia sconsigliato per mantenere la bottiglia di vino aperta per qualche giorno. Senza andare a spendere grosse cifre, è possibile orientare l’acquisto su semplici tappi in silicone. La pratica di conservare il vino aperto in frigorifero ha poi senso solo se il vino va consumato a bassa temperatura o se era un vino che già presentava qualche difetto in partenza che, se consumato a temperatura più alta, può enfatizzarsi con l’ossigenazione dovuta all’apertura della bottiglia. Il nostro consiglio spassionato? Chiedete la Wine Bag al ristorante e finite la bottiglia una volta a casa. Sul divano, magari con un po’ di buona musica in sottofondo: meglio di una ninna nanna.

Wine Bag e non solo. Drink low alcol, sip size, vini dealcolati ed enoturismo: le soluzioni di ristoranti e cantine al calo del consumo di vino sono tante (per fortuna!)

Oltre alla Wine Bag, sono tante le strategie messe in atto da ristoranti e cantine per far fronte al calo del consumo di vino. Un’altra direzione, promossa questa volta da chi fa il vino, come hanno fatto i Consorzi dei vini dell’Umbria, di cui fa parte anche la nostra artigiana dell’uva Chiara Lungarotti, è quella di promuovere la cultura del bere consapevole, puntata moderazione e sulla qualità, con bottiglie di minori dimensioni (0.375 litri) oppure calici più piccoli, “l’ombra de vin” alla veneta per intenderci o la sip size, dalla parola inglese “sip”, sorso, per agevolare il consumo responsabile nei ristoranti, bar ed enoteche. Un’altra possibilità sono i vini dealcolati , la cui produzione è da poco stata regolamentata anche in Italia aprendo la strada alla sperimentazione di queste bevande, e i drink low alcol, cocktail a base di vino e non solo, che hanno un basso o bassissimo tenore alcolico. Un’ultima strada che riguarda soprattutto le cantine e sempre di più anche i ristoranti, è quella di puntare sull’hospitality, prevedendo la presenza di camere affiancate al ristornate o alla sala degustazione, affinché le persone possano evitare di mettersi alla guida dopo la cena o il pranzo e godere così anche delle bellezze del luogo. Una soluzione che, come dicono da sempre anche le artigiane dell’uva quando andiamo a trovarle, fa bene non solo a loro o a noi, ma al territorio intero.

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