giulia ciampolini marketing vino cantine

Come raccontare il tuo vino

#wineKitdiSopravvivenza: abbiamo chiesto a Giulia Ciampolini, sommelier ed esperta di marketing del vino, i suoi 2cent per le cantine che vogliono raccontarsi in modo efficace

Anche nel mondo del vino, come in tutti i mondi attualmente possibili, la comunicazione gioca un ruolo fondamentale. Quando abbiamo intervistato Giulia Ciampolini per Talea ne abbiamo approfittato e le abbiamo chiesto in che modo una cantina oggi può comunicare in modo efficace i suoi vini, differenziandosi dagli altri produttori e produttrici, attrarre nuovi clienti e mantenendo una relazione positiva con quelli già esistenti. Quante cose, vero? Con una strategia di comunicazione ben definita, ogni cantina può raccontare la storia unica del suo vino, coinvolgere il pubblico e costruirsi un’identità riconoscibile e che ispiri fiducia nelle persone. In questo articolo, in collaborazione con lei, esploreremo alcune delle migliori pratiche di comunicazione per le cantine, concentrandoci su come utilizzare lo storytelling, i social media e gli eventi per promuovere efficacemente il vino e chi lo fa.

Comunicare il vino: come e perché?

Oggi uno degli obiettivi di comunicazione delle cantine deve essere quello di raccontare in modo efficace i propri prodotti, puntando su quanto differenzia ciascuna produttrice o produttore dagli altri del proprio territorio. L’Italia, infatti, ha una così alta varietà di realtà vinicole che se da un lato la concorrenza è altissima, dall’altro c’è davvero spazio per tutte e tutti. Il marketing del vino oggi deve partire da uno storytelling che intreccia le storie delle persone alle storie del vino e che comprende social media, eventi enologici, enoturismo, visti come parti di un unico grande organismo. Un po’ come quando da tanti vini base si deve trovare la ricetta perfetta affinché, mixandoli, si raggiunga il vino perfetto, così la cantina che vuole promuovere il proprio vino in modo efficace, deve avere sempre in mente che differenziazione, coerenza e ascolto, sono gli elementi imprescindibili per chi vuole comunicare bene in questo settore.

Consigli pratici per una comunicazione efficace nel settore vinicolo

Abbiamo chiesto a Giulia Ciampolini, sommelier ed esperta di marketing del vino, di condividere alcuni dei suoi punti fermi quando si trova a fare una consulenza di comunicazione a una cantina a una persona che promuove il vino per altri. Ecco la sua lista di quattro consigli pratici per una comunicazione efficace nel settore vinicolo, con qualche commento da parte nostra.

  1. Scegliere con cura gli spazi da abitare. Comunicare il vino richiede cura, impegno costante e dedizione. Spesso chi fa il vino ha tempo e competenza di fare solo quello, che è già molto. Allora, o si ha la possibilità di affidare a una o un professionista la comunicazione della propria cantina, oppure si deve fare una scelta dei media che si sceglie di utilizzare: fate caso a quali sono i canali dove vi piace di più stare, dove si incontrano le persone più interessanti, dove vedete che il vostro pubblico è più attento. E una volta fatta questa selezione, cercate di trascorrere del tempo contribuendo alla conversazione, raccontando la vostra storia.
  2. Scegliere il taglio della comunicazione. Deve esserci continuità e coerenza tra l’esperienza vissuta in cantina e quella vissuta online. L’enoturismo oggi porta a una cantina circa il 10% del fatturato (dati del Sole24Ore sul 2023): è una leva importantissima per le cantine e il modo migliore per sfruttarla è quella di pensare all’esperienza online come un continuum di quello che si è vissuto in cantina e viceversa. Le persone entrano in contatto con noi in entrambi i mondi, e modi, ed è molto importante mantenere la relazione con loro se abbiamo come obiettivo poi la fidelizzazione e la vendita dei nostri vini.
  3. Ok la strategia, ma non dimentichiamo la spontaneità. 
  4. Parla di cose che interessano al pubblico. Basta con “tradizione, qualità e innovazione”. Cerca ciò che rende la tua storia e il tuo vino unico e raccontaci di quello.

Giulia Ciampolini ha una newsletter che si chiama Guida Galattica per Enostappisti dove ogni mese racconta le sue esplorazioni del mondo del vino e propone bottiglie da assaggiare. Nella prossima puntata parlerà anche di Vite (ci si iscrive QUI)

i migliori newsletter podcast italiani sul vino per amanti del vino

I migliori podcast e newsletter italiani sul vino da non perdere

Wine essentials per chi ama il vino a tal punto che non vuole solo berlo, ma anche leggerlo e ascoltarlo

A volte capita di voler sapere un po’ di più su quello che abbiamo nel bicchiere e su chi l’ha prodotto (Vite, in fondo, è nato cinque anni fa da questa stessa curiosità). Poi, c’è anche chi va oltre e che quindi pensa che restare aggiornati sulle ultime tendenze e scoperte enologiche sia fondamentale. Sebbene il modo migliore resti quello di assaggiare il più possibile, abbiamo esplorato la vasta gamma di podcast e newsletter dedicati al mondo del vino in lingua italiana, che permettono di esplorare nuove etichette, conoscere storie di produttrici e produttori e scoprire anche eventi davvero interessanti. In questo articolo, trovi la nostra selezione dei migliori podcast e newsletter italiani sul vino.

6 podcast e newsletter italiani imperdibili per le e gli amanti del vino

  1. Donne Vino e Segreti, il podcast dell’Associazine Nazionale Donne del Vino: un podcast per ispirare, emancipare e portare consapevolezza sul ruolo e sulla professionalità delle donne nel mondo dell’industria vitivinicola italiana. A ogni puntata Giulia Blasi e Laura Donadoni dialogano con alcune tra le più note produttrici italiane in uno scambio generazionale che fa bene al cuore (e al settore intero). Si ascolta qui.
  2. Vino sul Divano, il podcast di Jacopo Cossater: un podcast che raccoglie alcune delle più originali e interessanti voci del vino italiane, una chiacchierata durante la quale ascoltare il loro percorso e alcune delle loro storie. Si ascolta qui.
  3. Vino al Vino 50anni dopo, di Paolo De Cristofaro e Antonio Boco di Tipicamente: un podcast che ripercorre i viaggi d’assaggio che Mario Soldati fece nel 1968 per scoprire cosa troviamo oggi nei luoghi esplorati da Soldati, chi li abita, chi li coltiva e che vini produce. Si ascolta qui.
  4. VinoNews 24, dell’omonima redazione: un podcast dove i protagonisti e le protagoniste del vino italiano (tra cui anche l’artigiana dell’uva Francesca Seralvo) commentano in esclusiva eventi, progetti e nuove etichette. Si ascolta qui.
  5. Guida Galattica per Enostappisti, di Giulia Ciampolini: una newsletter che va in esplorazione del mondo del vino e che ogni mese regala bottiglie, consigli, anneddoti e informazioni a chi la riceve. Si legge qui.
  6. La newsletter di Vite: che arriva ogni volta che abbiamo una storia particolarmente bella da raccontarti e un vino particolarmente buono da consigliarti. Si legge qui.
bere da sole donne come fare

Tavolo per uno: bere da sole si può e perché è un’esperienza che dovresti provare

Un calice di vino in solitaria è uno dei grandi piaceri della vita, aumenta l’autostima e ci insegna a godere della compagnia di noi stesse. Ma per molte donne bere da sole è ancora un tabù

Perché non riusciamo a bere da sole? Secondo le persone che ci seguono su Instagram, il motivo per cui le donne fanno fatica a godersi un calice di vino in solitaria è perché temono di essere importunate o che stanno compiendo il primo passo verso l’alcolismo. Per la maggior parte delle persone che hanno risposto al nostro sondaggio, poi, bere è un’attività sociale e il vino, in particolare, è associato ai momenti in famiglia, con le amiche o con partner. Facendo qualche ricerca, abbiamo persino scoperto che per alcune persone mangiare e bere da sole è una vera e propria fobia, al pari dei ragni e delle altezze. Ma che dire invece di quelle volte in cui godersi il proprio bicchiere in solitaria, proprio come mangiare, fare sport, andare al cinema o viaggiare da sole, offre un’opportunità di concentrare l’attenzione solo ed esclusivamente su noi stesse, su come stiamo, su come ci stiamo godendo il momento e anche su quello che stiamo bevendo? A questo punto viene da chiedersi se non siamo finite, di nuovo, in quel meccanismo per cui – poiché pensare al benessere delle altre persone e la cura come vocazione biologica sono parte della nostra educazione come donne nella nostra società – ogni volta che ci concediamo di metterci al centro, finiamo per sentirci in colpa così tanto da smettere di desiderare di farlo. Anche lo sguardo dall’esterno ne è intriso e il pregiudizio secondo cui “le donne bevono solo per darsi un tono” è andato in onda al Tg2 soltanto una manciata di mesi fa a rafforzare l’idea che fare cose da sole non è per noi. A meno che non si tratti di crescere figli, curare genitori anziani e lavare i sanitari del bagno, tutti compiti di cui continuiamo a occuparci in esclusiva.

Birra affinata in barrique esauste con tagliere di formaggi che ho ordinato durante il mio viaggio in solitaria ad Amsterdam

Fare cose da sole aumenta l’autostima, ci fa sentire più consapevoli e forti e ci insegna a godere della compagnia di noi stesse

Andare al cinema, uscire a cena, fare un viaggio e sì, perché no, anche bere qualcosa, a casa o fuori da sole ha incredibili vantaggi: aumenta l’autostima, ci fa sentire più consapevoli e forti e ci insegna a godere della compagnia di noi stesse. Lo scopre rapidamente chi ci prova: riappropiarsi di questi spazi e tempi che abbiamo sempre pensato di dover abitare in compagnia è un modo straordinario per prenderci cura di noi stesse. Banalmente perché in quei momenti esistiamo solo noi e, senza dover necessariamente usare un libro o il nostro telefono come barriere nei confronti del mondo esterno, finalmente possiamo dedicarci tutta l’attenzione che di solito tendiamo a dare (prima) alle altre persone. Cenare fuori da sola o versarti un calice di vino, oltre a essere una forma di cura di sé, è anche un modo per trarre il massimo della soddisfazione da un’esperienza: l’ambiente, i sapori, gli odori, le consistenze, i suoni attorno a noi sembrano espandersi.

Non si è mai sentito di un uomo che fa tutte queste storie quando tornato a casa dal lavoro si apre una birretta e si mette sul divano

Senza qualcuno da intrattenere, possiamo sederci con i nostri pensieri, osservare il mondo, degustare quello che abbiamo nel calice o persino – ed è il mio guilty pleasure quando viaggio da sola – ascoltare cosa si dicono le altre persone presenti nella stanza e, da quei brandelli di storie, immaginare le loro vite. E con il senso di colpa come si fa? Anzitutto, lo si riduce a quello che è: un riflesso di una società che ci vorrebbe solo appendici. Non si è mai sentito di un uomo che fa tutte queste storie quando tornato a casa dal lavoro si apre una birretta e si mette sul divano. Se vuoi tanto visitare un posto, ma non c’è nessuno che viene con te, non rinunciare, parti. Se sei in viaggio per lavoro e c’è un ristorante che vorresti provare, prenota. Se quando stai rientrando dal lavoro vedi un’enoteca carina e ti viene voglia di fermarti per un bicchiere di vino prima di tornare a casa, fermati e ordina un bicchiere di vino. Questo non fa di noi delle perditempo. Né delle alcolizzate (a meno che non vi rendiate conto che utilizzate l’alcool per sostituire altro, allora in questo caso, vi consigliamo di chiedere aiuto*). Siete solo donne che hanno voglia di vivere, bere, di mangiare, di viaggiare, di passeggiare. Da sole. Ed è ora che iniziano a normalizzare i nostri desideri.

Uscire da sola a passeggiare è una delle mie attività preferite

5 consigli per provare a bere da sola (senza sensi di colpa)

Iniziare può però non essere facile. Abbiamo stilato una lista di cinque consigli se vuoi provare a bere da sola (ma possono valere anche se vuoi viaggiare, andare al ristorante, passeggiare o guardare un film in solitaria).

  • Prima volta da sola? Procedi un passo alla volta – Se non l’hai mai fatto prima, è più facile se scegli un posto a te familiare o a te vicino. Prima di ordinare un Frozen Magarita in una piscina a Dubai, ci sono stati tanti altri viaggi e bicchieri più vicino a casa. Ecco, iniziare a bere da sola nella comfort zone del tuo soggiorno o di un locale che già frequenti abitualmente, rientra perfettamente nel senso di questo consiglio.
  • Prepara la tua esperienza in anticipo – Su internet si trova tutto. Se vuoi uscire a bere qualcosa mentre sei in vacanza o mentre rientri dal lavoro, puoi cercare online il posto che ti ispira di più. E magari trovare già un’alternativa in fase di pianificazione, renderà più facile da un lato tenere a bada quel mix di ansia ed eccitazione che si prova durante le prime volte e dall’altro gestire la possibilità che il posto potrebbe essere pieno o chiuso.
  • Decidi dove vuoi sederti – Un tavolo appartato può essere la scelta giusta se vuoi concentrarti su quello che stai bevendo. Se invece stare da sola in mezzo alla gente ti intimidisce, puoi chiedere di sederti al bancone: sarà interessante vedere all’opera chi prepara i drink e potrai sempre scambiare qualche parola con lo staff qualora il non essere abituata a trascorrere del tempo da sola ti potrebbe far sentire a disagio.
  • Fai quello che ti senti di fare – E non quello che faresti di solito. Ascoltati e goditi la tua compagnia e se sai che per goderti appieno un bicchiere di vino, per esempio, ordinare un piatto in abbinamento o leggere un libro sono una buona idea, ordina del cibo o tira fuori il libro dalla borsa.
  • Vai via quando hai voglia – Questa è un’esperienza che stai facendo per te. Se senti di volertene andare, chiedi il conto oppure semplicemente svuota il bicchiere nel lavandino e passa ad altro. Se il motivo per cui non bevi da sola a casa è perché non finiresti la bottiglia da sola e non ti va di sprecare il vino al suo interno, dotati di un tappo sottovuoto che funzioni.
Dubai, piscina e un Frozen Margarita

Infine, ti lasciamo anche qualche link utile per provare a fare da sola altre cose come viaggiare, qui il Gruppo Facebook delle donne italiane che viaggiano da sole, oppure camminare, qui sempre il Gruppo Facebook dedicato. Se conosci altri gruppi o community di donne che amano fare cose da sole e che condividono consigli, itinerari o altro, segnalaceli: sarà bello creare una lista di indirizzi utili per riappropiarci tutte insieme di questi nuovi spazi di libertà (individuale e per tutte).

* se senti di aver bisogno di aiuto perché temi di aver sviluppato una dipendenza da alcol, puoi rivolgerti ai servizi per le dipendenze presenti sul tuo territorio. Oppure contattare il numero verde del Ministero della Salute (trovi maggiori dettagli qui).

eventi del vino come partecipare

Wine Kit di Sopravvivenza agli eventi del vino

Come partecipare, come degustare, come prepararsi e come comportarsi agli eventi del vino (secondo noi)

Quando siamo state allo scorso Mercato FIVI e, come sempre quando andiamo agli eventi del vino, ne abbiamo raccontato sul nostro profilo Instagram, siamo state sommerse di domande: ma come si fa a partecipare? Come si fa a scegliere quali vini degustare? E soprattutto come arrivare sobrie fino alla fine? Devo dire che l’esperienza conta moltissimo – e se ripenso al nostro primo #viteincantina… aiuto! – ma anche le competenze acquisite al corso di sommelier e ai vari corsi di avvicinamento al vino ci hanno aiutate tanto a capire quanto e come degustare, cosa acquistare e come pianificare il nostro calendario degli eventi soprattutto dal punto di vista del budget. Abbiamo raccolto le domande che ci sono arrivate e qui proviamo a rispondere.

🎫 Come si fa a partecipare agli eventi del vino (Mercato FIVI, Slow Wine Fair, Sbarbatelle e così via)

Se avete avuto la sensazione che ogni weekend ci sia un evento sul vino, vi tranquillizziamo subito: non è una sensazione, è proprio vero. Il settore è in espansione e produttori e produttrici vedono nei banchi d’assaggio e nelle fiere un’occasione per farsi conoscere dal mercato e per rinsaldare relazioni con addetti e addette del settore. Il nostro consiglio è segnare gli eventi del vino sul calendario e mantenerlo man mano aggiornato durante l’anno, così da pianificare la partecipazione, anche dal punto di vista del budget, che dovrà comprendere il possibile acquisto di vini, l’eventuale biglietto d’ingresso e il viaggio di andata e di ritorno.

Lisa, Vera e Agnes a un evento di degustazione in Oltrepò Pavese

🍷 Quanti vini degustare e in quale ordine

Durante il primo livello del corso di sommelier che sto seguendo ci hanno spiegato che è possibile degustare davvero al massimo dodici campioni di vino all’interno della stessa degustazione. Ora sono al terzo e, personalmente, sopra gli otto il mio cervello inizia a confondersi (vorrà dire che devo bere di più nel 2024? Chissà!). Ciascuno si conosce e il nostro consiglio è di dare un’occhiata alla lista delle cantine presenti prima di andare all’evento, così da selezionare già a priori un numero di assaggi che sappiamo di poter gestire. Senza dimenticarci dei colpi di fulmine che in fiera possono sempre accadere: tieniti sempre un po’ di spazio per poter degustare quei vini e quelle bottiglie che hanno su di te un richiamo irresistibile (oltre a un panino alla mortadella o al humus di ceci, se sei vegan, in borsa perché ti assicuriamo che diventa molto utile se vuoi arrivare in sobrietà fino alla fine!).

Degustazione di Nebbiolo da Sara Vezza

Per quanto riguarda l’ordine da seguire, il nostro consiglio è quello di seguire quello di una normale degustazione: partendo dai vini più freschi e leggeri, bianchi giovani e bollicine Charmat, per poi passare ai bianchi più strutturati e bollicine Metodo Classico, rosè, rossi vivaci, rossi più strutturati fino ai rossi più importanti e vini liquorosi alla fine. Questo vale sia per il singolo banco, dove però dovrebbe essere la cantina a rendere disponibile uno o più percorsi per chi si avvicina – non temete però di chiedere di assaggiare un solo vino, se vi ha incuriosito – sia per la vostra intera partecipazione all’evento.

🛍️ Acquisti: quali vini è meglio acquistare agli eventi del vino e come portarli a casa sani e salvi

Una premessa per quanto riguarda gli acquisti: non a tutti gli eventi è possibile acquistare. Ai banchi d’assaggio solitamente non è possibile; invece, alle fiere come il Mercato FIVI, occasione attesa da appassionati e appassionate di vino tutto l’anno e che mette a disposizione divertenti carrelli della spesa per trasportare le bottiglie acquistate, invece è previsto e, anzi appunto, anche favorito da organizzazione e cantine presenti. Il nostro consiglio anche qui è prevedere un budget iniziale – con la voce colpo di fulmine per quella spesa improvvisa dettata dall’amore a prima vista per un vino o una bottiglia -, portare una borsa con scomparti oppure un trolley o una borsa frigo per trasportare i propri acquisti senza rovinarsi la schiena e, se l’evento in estate, senza rischiare che il caldo dell’auto e la luce del sole rischino di rovinare i vini che abbiamo acquistato.

La story che vi ha fatto nascere tutti questi interrogativi

Una volta a casa ricordati di riporre gli acquisti in una cantinetta oppure in un luogo in casa dove la temperatura sia costante e mai troppo elevata e non sia sotto la luce del sole. Il vino è un elemento vivo e delicato ed è giusto prendersene cura (un po’ come faresti con il tuo pesce rosso).

vini low budget artigiane dell'uva

5 vini low budget delle artigiane dell’uva per fare bella figura quando ti invitano a cena

Wine-Kit di sopravvivenza per le prossime cene e aperitivi natalizi

Siamo alle porte di quel periodo dell’anno in cui si stima che si stapperanno più di 300 milioni di bottiglie tra brindisi, feste e cene di Natale. Per arrivare indenni all’8 gennaio, compresi di portafoglio e vita sociale, bisogna giocare d’astuzia: e quando ci invitano a cena avere già pronta una buona bottiglia da portare in regalo al padrone o alla padrone di casa. Come scegliere? Come abbiamo già raccontato qui, il vino migliore è quello che meglio si abbina o ai piatti in tavola oppure al carattere e alla personalità di chi ci invita. Per il secondo punto non possiamo aiutarti, ma per quanto riguarda il primo sì: ecco la nostra lista di vini low budget delle artigiane dell’uva per fare bella figura quando ti invitano a cena, sulla base dell’abbinamento con il cibo. Insieme a ogni vino, nei cofanetti degustazione, anche la storia della loro produttrice e una degustazione guidata con lei.

  1.  Filù Greco Bianco IGP Calabria di Filomena Grecobianco greco calabria degustazione Un vino luminoso che danza nel bicchiere insieme alle luci di Natale. Il Filù è ottenuto da uve greco bianco in purezza, un vitigno tra i più antichi al mondo, che rendono questo vino ideale per la Cena della Vigilia perché si abbina perfettamente con antipasti di pesce e crostacei. Si chiama così perché è quello che più rappresenta Filomena, da cui prende anche il nome. Scopri la loro storia e ordinalo qui. Costo del cofanetto degustazione, 22,50€.
  2. Pet Nat Rosato Frizzante di Silvia Giani – vino naturalecofanetto degustazione silvia emilia pennac Un rosato naturalmente rifermentato in bottiglia, dal colore rosa intenso e dalle note di frutta, ideale per i prossimi aperitivi grazie al colore allegro e all’effervescenza festosa che invita al prossimo brindisi. Con altre persone o, come piace dire a Silvia, anche perché no in solitaria. Scopri la loro storia e ordinalo qui. Costo del cofanetto degustazione, 25€.
  3. Rosa della Malvusta Rosato di Alice Castellanirosato cascina giambolino Il Rosa della Malvusta, da uve freisa e barbera, di un colore brillante che si accende di luce grazie alla bottiglia di vetro trasparente, è un ricordo alla nonna di Lele, marito di Alice, che ama abbinare questo vino con i salumi di loro produzione. Scopri la loro storia e ordinalo qui. Costo del cofanetto degustazione, 26€.
  4. Pinot Noir dell’Oltrepò Pavese di Laura Tortipinot noir oltrepo pavese degustazione laura torti Uno dei vini simbolo dell’Oltrepò Pavese nella sua veste più classica: profonda, complessa e morbida. Perfetto in abbinamento al cenone di Capodanno con cotechino e lenticchie, come piace a Laura. Scopri la loro storia e ordinalo qui. Costo del cofanetto degustazione, 23€.
  5. Bandita la Barbera di Nadia Verrua (vino naturale)bandita barbera nadia verrua degustazione vino naturale Una barbera che non dovrebbe esistere e un vino che invece esiste e si fa ricordare, come Nadia, che lo produce nella sua cantina a Scurzolengo nell’astigiano e che ama abbinarlo con tutto: ma con piatti di carne, come il ragù alla piemontese, ancora di più! Scopri la loro storia e ordinalo qui. Costo del cofanetto degustazione, 25€.

Ti sono piaciute le nostre idee di abbinamento? Se ti iscrivi alla newsletter entro il 20 dicembre, riceverai il ricettario completo con tutti i piatti natalizi che è possibile abbinare ai vini delle artigiane dell’uva. Clicca QUI per iscriverti e riceverlo.

come servire il vino

Che vino portare a una cena (e fare bella figura)

Bigino pratico e sincero per le prossime volte in cui ricevi un invito e non vuoi andare a mani vuote

O, peggio, portare la cosa sbagliata (che ansia!). Personalmente preferisco invitare le persone da me così almeno decido tutto io e fine. Solo che poi mi ricordo che devo anche lavare i piatti e allora siamo da capo. E se è vero che il suono del cin cin è uno dei miei preferiti e che una tavola imbandita è in grado di scaldarmi il cuore come un abbraccio, quello che mi piace davvero delle cene di Natale con amiche e amici è che è una volta da me e una da te. Allora: che cosa portare quando riceviamo un invito a cena? Se quando ero una studentessa fuori sede con le finanze limitate, si cercava di fare che ciascuna delle persone invitate portasse una portata così da non gravare troppo sulla padrona o sul padrone di casa (io portavo sempre il dolce), ora che siamo nei nostri thirty-something, la nostra capacità di spesa si è elevata e il nostro tempo è però più scarso di quando studiavamo, spesso e volentieri la scelta ricade sul vino.

Il vino da portare a cena: quale scegliere, quante bottiglie e perché non dobbiamo rimanerci male se non si apre subito

Portare il vino quando ci invitano a cena sembra anche una buona idea. Fino a quando non ci ritroviamo al momento dell’acquisto e allora i dubbi che ci assalgono ci fanno rimpiangere di non aver scelto dei fiori (altra alternativa, peraltro a mio parere sempre troppo sopravvalutata): che vino scegliere? E quante bottiglie regalare?

come ordinare vino ristorante consigli sommelier

Regalare il vino: cosa dice il Galateo

Partiamo dall’inizio: regalare il vino quando riceviamo un invito a cena, si o no? Ho provato a chiederlo a Google, che mi ha dato la stessa risposta del Galateo e di Csaba dalla Zorza. Secondo il bon ton, infatti, è chi invita a dover scegliere il vino da offrire all’ospite e non il contrario. Non solo per buona educazione, ma anche perché chi invita sceglierà il vino che assicura il miglior abbinamento con il cibo che si appresta a servire. Tuttavia è innegabile che il vino porti gioia a chi lo riceve e, allora, ben venga portarlo come regalo tenendo presente che, come tale, non dobbiamo aspettarci che venga aperto e bevuto durante la cena.

Che vino scegliere per fare bella figura?

Se consideriamo il vino come un regalo per chi ci ospita, possiamo evitare di pensare agli abbinamenti e concentrarci sulle caratteristiche del vino che potrebbero piacere al destinatario del nostro regalo. È una persona che ama sedersi, con la musica jazz, davanti al camino? Allora una buona opzione può essere un bicchiere di vino rosso, caldo, profondo, come un Montepulciano d’Abruzzo Riserva. Ama la compagnia ed è la regina di ogni festa? Allora per lei potrebbe andare bene una bollicina fresca ed elegante, come uno Spumante Metodo Classico dell’Oltrepò Pavese. Odia il Natale e rimpiange di non essere al caldo su qualche isola deserta? Allora meglio andare sul sicuro: un Pet Nat dai colori del tramonto. Come ama dire Donatella Cinelli Colombini, produttrice e imprenditrice vitivinicola e ex Presidentessa dell’Associazione Nazionale Donne Del Vino, i vini si scelgono come si scelgono gli abiti, pensando cioè all’emozione che vorremmo far scaturire, in noi e in chi ci guarda, quando ci immaginiamo di berli.

Quante bottiglie di vino si regalano di solito?

Se il vino che portiamo è un regalo per chi ci invita, la bottiglia può anche essere una perché si tratta di un regalo. Se invece abbiamo preso accordi prima e tocca a noi portare il vino per la serata, allora sempre meglio portare due bottiglie dello stesso vino, budget permettendo: un po’ perché se una presentasse difetti, ci sarebbe sempre la seconda; e un po’ perché se è buona, meglio averne subito un’altra pronta da aprire!