#viteincantina da Simona Di Candilo, che ci racconta cosa significa essere donne che fanno vino in Abruzzo, crescere tra i filari e imparare a guidare l’azienda di famiglia, dove il vino è una storia di valori e scelte
Per grazia, per lavoro, per fiducia. Ecco come nasce una buona annata. E si porta avanti un’azienda a conduzione famigliare. L’artigiana dell’uva che siamo venute a trovare è Simona Di Candilo, titolare insieme al padre Mario, alla madre e alle sorelle, dell’azienda di famiglia, la Tenuta Oderisio a Monteodorisio, in provincia di Chieti. Siamo venute a trovarla, nel pieno spirito di #viteincantina, prima che nasca suo figlio Vito. In verità, nel momento in cui scriviamo questo articolo, il piccolo è già nato, durante la luna nuova, come volevano le nostre nonne, ma quando la incontriamo, Simona affronta raggiante, benché accaldata, l’ultimo mese della sua prima gravidanza. E ci racconta di come il Montepulciano d’Abruzzo sia non solo il vitigno che più la rappresenta – determinato, generoso e con le radici ben impiantate nel terreno, un po’ come lei – ma come sia anche quasi un membro della famiglia. Di Montepulciano in Abruzzo si coltivano, secondo gli ultimi dati condivisi dalla Regione, circa 17mila ettari. “Siamo benedette da questo vino”, dice Simona e, sotto le sue foglie verdi e ai grappoli che iniziano a formarsi, ci racconta del suo lavoro, così intrecciato con la sua vita, e di come si impara a guidare un’azienda di famiglia, quando la famiglia è la tua.
Tre donne, un padre e un’azienda vinicola: il vino come palestra di libertà
Alla sua prima vendemmia, Simona non ha neanche cinque anni e già rincorre il padre e il nonno per i vigneti con un secchiello e le forbici per aiutare. Da allora sono trascorsi quasi ventisette anni, ma il suo entusiasmo non è cambiato, così come a non cambiare è stato l’approccio di suo padre Mario che ha avuto fiducia in lei e nelle sue sorelle sin dall’inizio. Seduto al tavolo di legno mentre Simona apre per noi una bottiglia dopo l’altra e ci fa assagiare i salumi di loro produzione, suo padre Mario Di Candilo si sofferma a parlare con noi. Sente molto, infatti, le responsabilità della sua generazione: “Noi questo mondo l’abbiamo trovato e non ce lo dobbiamo portare dietro, è giusto consegnarlo a chi viene dopo. Apprezzo chi osa, perché se non si sbaglia non si impara”. Per questo, tende a responsabilizzare le sue figlie e ha cambiato un modo di fare che, qui in Abruzzo, ci spiega, è ancora molto radicato tanto di ammettere molto serenamente: “Non sono il capofamiglia, ognuno qui dice la sua”. E aggiunge: “Non mi sono mai accorto di vivere in un ambiente maschilista finché non ho avuto delle figlie“. Per questo, sin da quando sono state abbastanza grandi da scegliere di seguirlo, non fa che rafforzare il suo impegno nel renderle autonome e capaci, per quando prenderanno il suo posto.

Nel silenzio della vigna: dove il vino diventa progetto di famiglia
Così, Simona e le sue sorelle imparano l’arte di fare il vino (l’amore per questo mestiere e per il territorio, invece, è arrivato tanto tempo fa). “I miei luoghi del cuore a Tenuta Oderisio sono la cantina, che è il mio mondo ed è dove accudisco i miei vini, e il vigneto perché lì, a contatto con la natura e il silenzio, riesco a trovare la pace con me stessa e avere una connessione maggiore con quello che sto facendo”, dice Simona. La Tenuta Oderisio si trova a Monteodorisio, la più alta delle comunità montane della provincia di Chieti. La famiglia Di Candilo può contare su un terreno argilloso, tanta acqua, una brezza costante che viene dal mare e la protezione della montagna. Il Montepulciano d’Abruzzo è il vitigno che coltivano maggiormente, rigorosamente seguendo il metodo tradizionale della Capanna Abruzzese, e ogni appezzamento viene vinificato separatamente, per mantenere intatte le sue caratteristiche identitarie. “L’obiettivo” ci spiega, “è portare in cantina un’uva già buona. Anche se, il bello di questo mestiere è proprio che ogni anno la natura stupisce e c’è sempre qualcosa da imparare”.


“Spesso mi chiedono se ho un motto”, dice Simona, “ma non è così, io ho dei principi, quelli che mi hanno insegnato mio padre e mio nonno. Sono la dedizione, il sacrificio e l’amore per il mio lavoro. E sono questi che mi spingono ogni giorno ad alzarmi e a portare a far crescere questo progetto di famiglia“.