#viteincantina da Francesca Seralvo in Oltrepò Pavese a Tenuta Mazzolino
Tenuta Mazzolino si trova a Corvino San Quirico, sulla punta di una collina. Attorno, i vigneti di proprietà della famiglia, la maggior parte coltivati a pinot nero e chardonnay, oltre all’autoctono bonarda. Quando abbiamo raccontato la storia di Francesca Seralvo, lei ci ha raccontato che qui suo nonno, francese, arrivato in Italia negli anni ’60 e fondatore della cantina, voleva ricreare un angolo di Borgogna. Scendendo dall’auto che ci ha portate alla bellissima villa, appena restaurata, iniziamo a capire che cosa intendesse: c’è un ricchissimo roseto, un profumo inebriante e, poco più in là della piscina, i filari e, oltre, la pianura, che grazie alla giornata quasi estiva ci fa intravedere persino l’arco alpino.
#viteincantina da Tenuta Mazzolino
La nostra visita alla cantina, parte da qui. Francesca ci racconta che il nome Mazzolino deriva dal toponimo di quel luogo, il latino Mansiolinium, che significa punto di ristoro, punto di incontro. Non potevamo avere auspicio migliore per la giornata che stiamo per vivere! Mentre passeggiamo nel roseto, Francesca ci ricorda che la cantina oggi produce circa novantamila bottiglie e che coltivano una superficie vitata di venti ettari, suddivisi in trentanove particelle, tutte in regime di agricoltura biologica. Sotto di noi, mentre parliamo, guardiamo ordinati i filari di pinot nero, coltivati secondo la tecnica del sovescio, ancora visibile in questa stagione, secondo cui viene piantato a filari alterni un insieme di piante – fiori di campo e legumi in particolare – per arricchire il terreno e per mantenerlo fresco in previsione del caldo estivo che si aspetta tra poche settimane. “Il grande lavoro che facciamo in vigna”, ci dice Francesca, “ci consente di arrivare in cantina con uva pressoché perfetta. In cantina, la vera fatica allora, sarà quella di non rovinarla, ma di esaltarla al massimo”.
Perché sul muro ci sono due galli?
I due galletti ruspanti sono il simbolo della Tenuta. Il nonno ha raccontato a Francesca che li ha scelti perché, la prima volta che salì su questa collina, trovo due galli ad aspettarlo. Il logo è stato disegnato negli anni settanta dal grafico Giacomo Bersanetti, genero di quel Luigi Veronelli che è riconosciuto tra i padri della gastronomia italiana, a cui il nonno di Francesca chiese di disegnare l’etichetta. Poiché, allora come oggi, l’Oltrepò era apparso al Bersanetti piuttosto confuso, con i suoi appezzamenti “messi giù” dai contadini secondo convenienza, più che per un progetto di qualche pesaggista, egli decise di riempire il contorno dei due galli con linee tratteggiate e discontinue, a simboleggiare l’anima, disordinata e irruente, di questa terra. E dei suoi vini.
Una volta in cantina, capiamo cosa intende Francesca. L’ambiente è pensato per aiutare il lavoro di tutte le persone che collaborano con Tenuta Mazzolino. I dipendenti sono dodici in tutto, tra cui molte donne. Due consulenti esterni, entrambi francesi (per portare avanti il sogno del nonno, sorride Francesca), si aggiungono nei momenti clou della produzione del Noir, il Pinot Nero in purezza che è simbolo di Tenuta Mazzolino, e della produzione degli spumanti Metodo Classico, sia il Blanc de Blancs, 100% da uve chardonnay (entrambi sono nel cofanetto degustazione di Francesca) sia il Cruasè, il rosato da uve 100% Pinot Nero il cui peculiarissimo color rosa intenso è ottenuto lasciando il mosto a contatto con le bucce per sole sei ore (e di cui sia io che Agnes facciamo in modo, a fine visita, di accaparrarci due bottiglie ciascuna. Lo sapete, abbiamo una passione per il rosè).
Dalla barricaia torniamo sulla terrazza della villa ottocentesca, appena restaurata e riportata allo splendore di quando i nonni di Francesca vivevano qui. In queste stanze dalle grandi finestre, dove la luce del sole rimbalza elegantemente sui pavimenti di ceramica e sui quadri di pittori italiani e francesi dei primi del Novecento, il sogno di Francesca di fondare un piccolo WineClub, che si potrà riunire in queste stanze, prenderà vita nel corso dell’estate: noi ci mettiamo subito in lista e tu?
Degusta i vini di Francesca insieme a lei: visita la pagina dedicata alla sua storia