Questa è la storia di Giovanna e Rosanna Caruso, raccontata da loro. I loro vini sono freschi e sapidi, come il vento delle colline marsalesi su cui crescono le loro viti e il mare della Sicilia
Giovanna e Rosanna Caruso sono sorelle e insieme sono alla guida della cantina Caruso e Minini. “Portiamo avanti una tradizione di quattro generazioni. Lo facciamo con energia, con passione, nel rispetto della terra e con un occhio sempre puntato verso il futuro“. L’obiettivo che le muove, ci raccontano, è quello di coltivare e far fiorire l’eredità che ci è stata lasciata dal nonno Nino, viticoltore da generazioni che vendeva le sue uve ai produttori della zona di Marsala e sognava di avere un giorno una cantina tutta sua. “Poi, negli anni ‘90, nostro padre Stefano ha realizzato il suo sogno e ha fondato la nostra cantina. “A noi Caruso piace sognare in grande” dicono per raccontare di come nasce la collaborazione con Mario Minini, un produttore di vino di bresciano che accettò la scommessa di creare un ponte tra la Sicilia e il Nord Italia. “Una scommessa vincente che oggi abbiamo preso in mano con gioia“.

Tradizione e competenza, con uno sguardo al futuro
“Coltiviamo le nostre terre con amore e rispetto“. Giummarella e Cuttaia, questo il nome delle vigne di proprietà di Caruso e Minini, dislocate su un gruppo di colline a est di Marsala, non troppo lontano dal mare. Ogni porzione di terreno è stata scelta dai nonni, per creare la migliore combinazione possibile tra la vite, il clima e la terra. La cantina si trova in un antico baglio, edificato nel 1904 nel cuore della tradizionale area degli stabilimenti vinicoli di Marsala. Qui i grappoli vengono trasportati e subito trasformati. “Li lavoriamo con lo scopo di trasferire la nostra tradizione in bottiglia con meticolosità e sapienza, dando ai vini centenari della nostra zona un’espressione moderna e al passo con i tempi”. Che poi è la loro ed è questo a renderle delle vere artigiane dell’uva. Inoltre, questaparticolare posizione delle vigne, situate sulle colline marsalesi, poco lontano dal mare, dona ai loro vini leggerezza e sapidità.
“Amiamo coltivare uve di vitigni autoctoni delle nostre terre. Abbiamo scelto il Perricone perché è uno dei vitigni a bacca rossa più antichi della Sicilia, anche se oggi ne restano pochi ettari in tutta l’isola”. Soppiantato dal più commerciale Nero d’Avola, infatti, è un pezzo di tradizione che le due sorelle scelgono di valorizzare attraverso questo monovarietale in bottiglia. “Lo Zibibbo ha il colore dorato e il profumo speziato della Sicilia, lo abbiamo scelto perché rappresenta la nostra terra. E, infine, il Grillo vendemmia tardiva, ottenuto da uve che cogliamo a mano dalla pianta: ideale per accompagnare i dolci della tradizione siciliana”.

Giovanna e Rosanna Caruso sono state due artigiane dell’uva che hanno fatto parte della nostra associazione. Ora non ne fanno più parte, perché anche le cose belle a volte finiscono e bisogna saperle lasciare andare. Grazie a loro e a quante che hanno creduto in noi, è nata l’idea di inserire in questa sezione del blog le storie delle donne che lasciano un segno nel mondo del vino e che, per un periodo o per un soffio, hanno lasciato il segno anche nel nostro.